Articoli e breve riflessioni sulla poesia…
Giacomo Leopardi e la…tecnologia… (sulle Operette Morali)
Nelle Operette Morali di Giacomo Leopardi, ce n’è una poco conosciuta “Proposta di premi fatta dall’Accademia dei Sillografi”, scritta nel febbraio del 1824 a Recanati. Un breve scritto ironico (i sillografi erano nell’antica Grecia i creatori di versi burleschi…) ma assai profetico come accade spesso nei poeti.
“L’Accademia dei Sillografi attendendo di continuo, secondo il suo principale instituto, a procurare con ogni suo sforzo l’utilità comune, e stimando niuna cosa essere più conforme a questo proposito che aiutare e promuovere gli andamenti e le inclinazionidel fortunato secolo in cui siamo, come dice un poeta illustre; ha tolto a considerare diligentemente le qualità e l’indole del nostro tempo, e dopo lungo e maturo esame si è risoluta di poterlo chiamare l’età delle macchine, non solo perché gli uomini di oggidì procedono e vivono forse più meccanicamente di tutti i passati, ma eziandio per rispetto al grandissimo numero delle macchine inventate di fresco ed accomodate o che si vanno tutto giorno trovando ed accomodando a tanti e così vari esercizi, che oramai non gli uomini ma le macchine, si può dire, trattano le cose umane e fanno le opere della vita.”
Nel 1824 la centralità delle macchine comincia a far sentire il suo peso. Si respira un tono polemico e traspare uno spirito luddista assai vicino ai poeti. Si presentano tre proposte di premi che questa accademia ha pensato.
La prima macchina da creare sarà un robot che avrà il compito di diventare l’amico perfetto.
La seconda dovrà sostituire l’uomo nelle azioni virtuose, dispensando di fatto dalle incombenze derivanti dalla relazione con l’altro.
L’ultima, è quella di “creare la donna perfetta, che risponda, cioè, ai dettami ideali descritti dai poeti.”
Oggi tra IA, invasività dei social e delle chat, e soprattutto la confusione che viene fatta tra reale e virtuale, quest’opera di Leopardi assume una grande valenza evocativa.
Meno schermi, più cuore.